12 maggio 2008

La merce

Il concetto di fiera, dal punto di vista etimologico, è connesso a quello di mercato, quindi a merce. Luogo ove si scambia merce con merce o merce con denaro.

E’ un concetto arcaico, non necessariamente connaturato a quello di capitalismo, dunque.

Ai tempi della mia giovinezza si teneva annualmente, nel paese che mi ha visto nascere, una fiera mercato del tacchino, evento atteso con ansia da noi bambinetti impegnati ad avvicinarci alle gabbie dei pennuti per spennarli al fine di esibire le penne strappate a mo’ di trofeo.

Fiera del Libro: mercato e cultura.

Cultura?

Al cancello d’ingresso, alcuni sostenitori del boicottaggio verso Israele cercavano di consegnare un volantino a un tipo che, rifiutandolo sdegnosamente, li apostrofava veementemente come nazisti ricevendo un immediato appellativo di fascista vero.

Biglietto di ingresso salato. Ho pagato 21 euro per il sottoscritto, consorte e figliole a seguito. Questa cifra pone immediatamente una discriminante economica tra una parte (io tra questi) che può permettersi di pagarla e quindi può permettersi l’accesso alla cultura (sigh…) e una parte della popolazione che da questa cultura è esclusa avendo ben altre priorità economiche.

Appena entrati in questo enorme girone infernale dove stand e posti ristoro erano disposti esattamente come nella vecchia fiera dei tacchini dei miei ricordi, la prima cosa che mi ha colpito in quell’enorme deposito informe e insignificante di libri, è stata l’assenza del Libro. Vi erano due tipi di stand: quelli che sembravano bancarelle da libri usati da festival dell’Unità e quelli tipo Treccani o Einaudi che esibivano tanta pomposità e arredi finto lusso vero polistirolo. Una Fiat Croma in esposizione, stand istituzionali o adibiti a promozione turistica. Ogni tanto, qualche patetico scrittore, seduto dietro la bancarella, intento ad elemosinare uno sguardo riconoscente, un sorriso, due parole di conforto, qualche copia venduta con lo sconto del venti per cento o con la formula “compri tre quello che costa di meno te lo regaliamo” oppure “compri due paghi uno”.

Dicevo: assenza del libro. In questa disordinata e obesa quantità si finiva per perdere il senso del reale e il filo di ogni possibile tentativo di mettere a fuoco un possibile percorso critico. Era evidente che ciò che guidava il tutto era pura esigenza commerciale.

In qualche stand erano in corso supplichevoli presentazioni alle quali ho accuratamente evitato di soffermarmi anche perché in quel contesto, migliaia di individui, bambini urlanti, e ogni tipo di disturbo audio video, il patetico tentativo di impostare un qualunque discorso intorno a un libro si rivelava miseramente velleitario.


Ho rischiato, fra l’altro, di essere sepolto sotto quintali di depliant di ogni tipo.

Alla fine è emersa chiara in me l’inutilità di questa manifestazione alla quale credo non tornerò tanto facilmente.

Tornando al punto di partenza, credo che l’acceso dibattito sorto intorno alla presenza o meno dello stato di Israele in questa manifestazione fieristica sia stato, tutto sommato, l’ennesimo momento di velleitarismo culturale.

Nell’ambito di una fiera mercato quale di fatto è questa di Torino, parlare di politica o di storie di popoli è attività decontestualizzata, stridente col contorno. Molto più appropriato parlare di merce, mercato, prostituzione culturale.

Sarò ben felice di tornare al più presto alla mia solita vecchia, piccola libreria .

Ascolto
Kokani Orkestar meets Paolo Fresu e Antonello Salis Live, Il Manifesto 2007 (comprato allo stand de Il Manifesto)

Immagini
Scattate al volo dal sottoscritto a passeggio tra gli stand

7 commenti:

inthemoodforbluemood ha detto...

allora,a quanto sembra è preso anche a te lo stesso "sgomento" di cui ti dicevo. so che in tutto questo c'è una logica che non può essere ignorata : un libro è merce, né più né meno di ogni altra cosa, e si fa fatica ad immaginare una dimensione più intima.ma resta il rapporto libro-lettore a cui affidare la fiducia reciproca...sperando sia ben riposta. grazie rodolfo come sempre per il modo garbato con cui leggi e scrivi.
ciao
lisa

Rodolfo Marotta ha detto...

Hai ragione, Lisa, ma è proprio questo rapporto che alla fiera manca ed è impossibile.

elisabettabucciarelli ha detto...

sì, è impossibile. alla fiera del libro il protagonista assoluto è il pubblico.

Rodolfo Marotta ha detto...

Protagonista.
protos=primo
agonès= attore
Invece a Torino il pubblico mi è sembrato assai manipolato...
Quando dicevo che era impossibile farsi un'idea critica di quel che c'era intorno e si era costretti a muoversi a tentoni vuol dire che in qualche modo non governi le tue decisioni. (A parte il fatto che uno spende a vanvera comprando cose superflue, come al Carrefour perchè manca anche il tempo di valutare bene le scelte)

elisabettabucciarelli ha detto...

grazie per il consiglio. Lo cerco quel libro e spero di trovarlo. quanto alla manipolazione dell'acquisto... mi sono molto trattenuta...
e.

Anonimo ha detto...

Ahahaha... grande...
elin/Frà

Rodolfo Marotta ha detto...

Ciao, Frà. Sono contento che ti faccio ridere;-)