29 aprile 2008

la direzione etica

Molte persone si domandano cosa stia succedendo nel ricco occidente, nella panciuta Europa e quanti abissi prendano forma, misteriosi, dietro la linda facciata della nostra vita distratta e l’ordine asettico delle aiuole curate e l’abdicazione dei cani randagi, intollerante ai disturbi percepibili.

La vicenda di Amstetten è raccapricciante per quel suo tendere un ardimentoso ponte tra la ambigua modernità dei nostri tempi e l’ancestralità della dimensione ferina, ben annidata ancora nelle profondità umane. Eppur nell’apparente incongruenza logica, come uno specchio deformante, mostra implacabile la direzione che abbiamo intrapreso: l’implosione in una dimensione individualistica che frantuma l’ordine morale costituito.

La prigione di Amstetten, con la sua brutale essenzialità funzionale, impermeabile a ogni percezione della realtà esterna, esclude il mondo. L’incesto sancisce l’estremo rifugio , il bunker che resiste alla sconfitta imminente dei valori fondanti che paradossalmente, volendo preservare, li si distrugge in un estremo impeto catartico.

La follia sembra assurgere a pratica di salvezza, estremo punto di (non)ritorno.

E vi è, in questa vicenda, la beffarda estremizzazione del concetto di famiglia naturale, tanto caro ai depositari della morale dell’occidente. Non sembri azzardata quest’ultima definizione se è vero che in famiglia si consumano le maggiori percentuali dei più crudeli reati contro la persona, maggiorenne o minorenne che sia .

Per questo è necessario che il signor Josef Fritzl non venga regolato come eccezione ma solenne monito di una possibile evoluzione della regola.


Immagini
Josef Fritzl (tratta da Repubblica.it)
Citofono di casa Fritzl (tratta da Repubblica.it)


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