18 aprile 2008

Divagazioni a tema semi libero

Sto spendendo il tempo libero tra musica e letture.

Ho finito da poco di leggere Patrimonio. Una storia vera di Philip Roth. Quello che c’è da dire su questo romanzo è stato detto molto bene su Falso d’autore . Condivido l’idea della scrittura-bisturi capace di sezionare con nettezza chirurgica e implacabile le relazioni che si dispiegano tra padre e figlio nel sopravvenire della morte. In questo senso il romanzo è un crudele sipario che si apre improvviso sul buio che separa gli uomini.

E sto leggendo Lo spazio bianco, di Valeria Parrella, storia che si dipana tra memoria e angoscia di un presente indefinibile, segnato da una nascita che sembra rifiutarsi di compiersi. Anche qui, l’aleggiare della morte proietta i protagonisti, madre e figlia, in uno spazio bianco, come il titolo suggerisce, e, in qualche modo (ma è stato casuale) si ricollega al potente romanzo di Roth.

Poi la musica: suono noiosi esercizi per clarinetto, ascolto nuove cose passate e presenti come Out To Lunch, il grande album di Eric Dolphy che fu trovato accanto al cadavere crivellato di colpi di Fred Hampton, militante della Black Panther ucciso dal controspionaggio. Destò scalpore, all’epoca questo legame simbolico che si creò tra le istanze di liberazione interpretate dal Black Panther e la musica di un grande musicista negro quale era Eric Dolphy.

E mi faccio domande strane come, per esempio, se è vero che Coltrane, nelle ultime composizioni prima di morire sia stato influenzato da Albert Ayler e quale destino ha fatto sì che questi grandi, Coltrane, Dolphy e Ayler, siano dovuti morire nel pieno del loro impetuoso fiume creativo. Succede anche ai bianchi, con la stessa frequenza, intendo?

Alla fine, ho parlato tanto di America e un pochino di Napoli. Ho lanciato questo grande ponte transatlantico che un tempo fu percorso dai disperati e che ora si ingorga di vita, di morte e di musica.

A ottantasei anni mio paqdre aveva perso quasi per intero la vista dall’occhio destro, ma per tutto il resto sembrava godere di una salute fenomenale per la sua età quando fu colpito da quella che il medico della Florida diagnosticò, sbagliando, come paralisi di Bell, un’infezione virale che provoca la paralisi, di solito temporanea, di un lato del viso.

Ho provato. Aspettando la metropolitana per l’ospedale, tutti i giorni, ho provato a leggere saggistica. I primi tempi ci sono riuscita, perché non avevo altro se non la mia testa. Ed era una testa molto esercitata sui libri.


Musica
Eric Dolphy, Out To Lunch, Blue Note 1964
John Coltrane, Interstellar Space, Impulse 1967
Albert Ayler, New Grass, Impulse 1968

Letture
Philip Roth, Patrimonio. Una storia vera, Einaudi
Valeria Parrella, Lo spazio bianco, Einaudi

Immagini
Henri Cartier Bresson, Scanno, Italia 1951
Henri Cartier Bresson, Londra, Ballo della Regina Carlotta 1959
Henri Vartier Bresson, Svizzera 1991

3 commenti:

Anonimo ha detto...

umhhh......ho iniziato a leggere Patrimonio ieri sulla panchina del parco giochi.....
Un saluto da una Milano piovosa.

Anonimo ha detto...

grazie rodolfo. mi fa piacere sapere che la mia lettura di Roth ti sia piaciuta.
lisa

Rodolfo Marotta ha detto...

D.
Spesso ci troviamo a leggere le stesse cose...

Era talmente limpida che mi ha impedito di pensare qualcosa di mio, come hai potuto constatare.
Ciao, Lisa.