26 dicembre 2007

Cartolina di Natale

Il male che temi diventa realtà

In seguito a ciò che tu stesso fai

[Goethe, Egmont]


A Treviso viene impedito ai fedeli mussulmani di professare il loro credo. Privi di un luogo di culto, cacciati da un centro sportivo che un imprenditore locale aveva messo a loro disposizione, da una polizia oltremodo solerte, vittime di un accanimento a dir poco sospettoso.
Sì, perché lo sceriffo Gentilini ha dichiarato che questa gente è un cancro che bisogna estirpare prima che si risolva in metastasi.

La leggiadra metafora rimanda a totalitarismi di vari ricordi, ci lega al vecchio secolo, quello degli stermini di massa, da Mussolini a Pinochet, passando per Franco.

Hannah Arendt, La banalità del male

Mi ha sempre angosciato quel legame torbido e inquietante tra la perfetta normalità e la barbarie. Ho in mente fisso, come un tatuaggio, il libro di William Sheridan Allen, Come si diventa nazisti. Ce l'ho in mente fisso perché mi spiega, nella storia tranquilla della provincia, nel suo pacioso scorrere del tempo, come a volte sorge dal nulla il tempo del terrore e della morte.

Non mi spiego come mai, questo accanimento verso gli stranieri in una terra dove il tasso di lavoro nero è il più basso d’Italia e gli irregolari sono quasi inesistenti. Sono persone che lavorano, producono reddito e pagano le tasse.

Il primo impatto che ebbi col Piemonte fu accompagnato da un senso di estraneamento, una consapevolezza di inappartenenza forte che non si è ancora dissolta, seppur assai diluita. Quei palazzoni dei quartieri popolari del Lingotto parlavano una lingua incomprensibile, come se qualcuno avesse premuto il tasto Canc sulla mia vita.

E invece me lo spiego bene.
Ciò che si vuole non è una convivenza pacifica e legale. Ciò che si vuole, o meglio, che non si vuole, sono loro, il cancro che deteriora la purezza della razza veneta, da estirpare, appunto. Pulizia etnica e bianchino.

Pizzicarella mia pizzicarella
pizzicarella mia pizzicarella
lu camenatu tou, nannì nannà
lu camenatu tou pare ca balla
pare ca balla, pare ca balla
lu camenatu tou pare ca balla

E' spiegato l'arcano di quella legge surreale che permette l'ingresso solo se già in possesso di un posto di lavoro, cioè l'impossibile. Nella sua assurdità, quella legge nasconde lo scopo finale: la pulizia.
In questa storia si nota l’assenza dei trevigiani il cui pensiero a proposito non è stato reso noto…la maggioranza silenziosa.

Bibliografia
William Sheridan Allen, Come si diventa nazisti
, Einaudi 1994
Hannah Arendt, La banalità del male, Feltrinelli 1963

Immagini
1-Andrè Kertesz, Distorsione num. 40, 1933
2-Andrè Kertesz, Distorsione num. 6, 1933
3-Andrè Kertesz, Distorsione num. 33, 1933


3 commenti:

scritture2 ha detto...

Ciao, scusa se uso questo spazio non per commentare ma per chiederti un favore: hai per caso l'indirizzo e-mail di Roberta? il suo blog è una enorme pagina bianca, voglio pensare che sia la piattaforma di bloggers la causa di ciò, ma sono in pensiero per lei. Ho cercato di mandarle una mail da un suo commento ma, come dicevo prima, la piattaforma è scollegata. Se invece tu l'hai sentita e sai che sta bene mi farebbe piacere saperlo. Mi scuso ancora per l'invasione e auguro a te e alla tua famiglia buone feste. Ciao Lucia

Rodolfo Marotta ha detto...

Ho provato a risponderti in privato ma mi è giunto un messaggio di notifica errore per cui non so se la mail ti è giunta o meno.
In ogni caso, il blog di Roberta lo visualizzo regolarmente e con facilità per cui presumo che il problema sia nel tuo computer. L'indirizzo di posta elettronica, ovviamente, non posso lasciartelo qui che è un posto pubblico. Se non te lo sei già procurato prova, magari a riscrivermi in privato.
Il mio indirizzo email è
ma.rod@virgilio.it
Ciao.

scritture2 ha detto...

grazie, la mail non mi è arrivata, ti ho scritto io. Ciao Lucia