02 novembre 2007

Scherzi della Memoria

Una volta eravamo di sopra in camera la stavo addormentando le cantavo Figli dell’officina quando sono arrivato al punto con queste mani dai calli noi la farem vendetta l’Irma si è alzata sulla mia pancia mi ha guardato con uno sguardo come per dire Cosa vuol dire, vendetta? [Paolo Nori, Noi la farem vendetta]

Ricordo vagamente, era il 1961. Indossai la maglietta nuova di zecca, bianca a righe verticali di un marrone talmente scuro da sembrare nero. Infatti sognavo, indossandola, di essere Sivori impegnato in estenuanti partite di pallone. A dire il vero, mi vergognavo un po’ di quella maglietta a righe, almeno quando non ero impegnato a rincorrere un pallone, piccolo Sivori magrolino. Eppure era un indumento di gran moda.

Compagno cittadino, fratello partigiano,
teniamoci per mano in questi giorni tristi:
di nuovo a Reggio Emilia, di nuovo là in Sicilia
son morti dei dei compagni per mano dei fascisti.

Di nuovo, come un tempo,sopra l'Italia intera
urla il vento e soffia la bufera.

Fine giugno 1960, pochi mesi prima. Genova, ancora lei, città medaglia d’oro della Resistenza, non accettò l’onta di un congresso di fascisti lo sberleffo più difficile da sopportare. Genova di alzò in piedi, presentò la sua ribellione di vecchi partigiani, camalli, operai e giovani, tanti giovani, molti con quelle magliette bianche a strisce scure, di gran moda.
I “ragazzi dalle magliette a righe” si ripresero la città, costrinsero i poliziotti a trincerarsi nelle caserme, bruciarono per la strada le armi rubate ai militari. L’incendio antifascista divampò in tutta la penisola.

A diciannove anni è morto Ovidio Franchi
per quelli che son stanchi o sono ancora incerti.
Lauro Farioli è morto per riparare al torto
di chi si è già scordato di Duccio Galimberti.

Son morti sui vent'anni, per il nostro domani:
son morti come vecchi partigiani.

Reggio Emilia, 7 luglio.
Lauro Farioli
, 22 anni, orfano di padre, sposato e padre di un bimbo. “Modugno” era uscito di casa con pantaloni corti, una camicetta rossa, le ciabatte ai piedi: vide i poliziotti che sparavano ad altezza d’uomo. Andò loro incontro, incredulo. Cosa fate? Cosa fate? Colpito in pieno petto, sangue rosso schizzato fuori dalla bocca.
Ovidio Franchi, 19 anni, colpito all’addome, non vuole morire e si trascina verso una serranda per tenersi su.

Marino Serri è morto, è morto Afro Tondelli,
ma gli occhi dei fratelli si son tenuti asciutti.
Compagni, sia ben chiaro che questo sangue amaro
versato a Reggio Emilia, è sangue di noi tutti

Sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi,
come fu quello dei fratelli Cervi.

Marino Serri, 41 anni, operaio, partigiano, urlava ai poliziotti: Assassini! Colpi ad altezza d’uomo. L’agente di polizia Orlando Celani si inginocchiò, mirò con calma e freddò Afro Tondelli, operaio, comunista, 35 anni. Mi sparavano addosso come alla caccia, come fossi selvaggina, disse prima di spirare.

Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso
è sempre quello stesso che fu con noi in montagna,
ed il nemico attuale è sempre e ancora eguale
a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna

Uguale è la canzone che abbiamo da cantare:
Scarpe rotte eppur bisogna andare.

Compagno Ovidio Franchi, compagno Afro Tondelli,
e voi, Marino Serri, Reverberi e Farioli,
dovremo tutti quanti aver, d'ora in avanti,
voialtri al nostro fianco, per non sentirci soli.

Morti di Reggio Emilia, uscite dalla fossa,
fuori a cantar con noi Bandiera rossa,
fuori a cantar con noi Bandiera rossa!

Emilio Reverberi, 39 anni, partigiano della Brigata Garibaldi, operaio alle Officine Reggiane, sparato in Piazza Cavour, morto in ospedale.

La memoria, già, la memoria. Dove è andata a finire la nostra memoria?
Mentre, saldamente ancorato a quella maglietta a righe marroni da piccolo Sivori, vedo i mostri fuoriuscire da immensi vuoti di memoria collettiva, vedo nuovamente Genova che non riesce a chiudere quel cerchio che si aprì il 30 giugno del 1960 e non finisco di ringraziare le 200 pagine del libro di Paolo Nori, Noi la farem vendetta.

Bibliografia:
Paolo Nori, Noi la farem vendetta, Feltrinelli 2007

Discografia:
Fausto Amodei, Canzoni didascaliche, Dischi del Sole 1965

Fotografia:
1-Gabriele Basilico, Monaco 2005
2-Gabriele Basilico, Berlino 2003
3-Gabriele Basilico, Milano 1998
4-copertina del libro “Noi la farem vendetta”

7 commenti:

naima ha detto...

Un tuffo e sono tornata indietro di oltre trent'anni quando ascoltavo il disco di Maria Carta "Vi canto una storia assai vera" che raccoglieva canti partigiani ed altre canzoni della resistenza.
Una di queste era proprio "Per i morti di Reggio Emilia".
H provato a digitareil titolo dell'album su Google e la cosa che mi ha più colpita è stata una discussione in un forum in cui gli utenti (giovani) si meravigliano che la Carta avesse interpretato "i classici".

Questo per ribadire il concetto di memoria che avevamo intrapreso da Remo e sempre grazie, Terra, per tutti i tuoi link, i libri, le sottolineature, le possibilità di ricerca.

Rodolfo Marotta ha detto...

Non ho ascoltato Maria Carta ma c'è stato un periodo della mia vita in cui ascoltavo esclusivamente canzone politica. Pietrangeli, Della Mea, Bertelli, Amodei, Stormy Six. Canzoniere del Lavoro ecc. Ora mi stanno un po' venendo a galla...
E' bastato andare un giorno a Reggio Emilia per un concerto jazz che tutti questi ricordi sono venuti poco a poco a galla, mentre passeggiavo per quelle vie e in quella grande piazza teatro degli eventi (che poi era quella dove c'è il teatro Romolo Valli, meta della mia trasferta). Ho portato anche le bambine e mentre camminavamo ho raccontato loro gli eventi di quei giorni.

Rodolfo Marotta ha detto...

PENSIERO PRIVATO
Accusato di pensare da sessantottino io che il 1968 bevevo ancora al biberon e di pensare schematicamente...Boh?

naima ha detto...

Terra....

sei più giovane di me?????
Da quel che racconti mica sembrava ;)))

Io nel 68 mi beccavo sul banco le piogge di vetri rotti dalle molotov dei più grandicelli...

Devo essere decrepita e non me ne accorgo :-P

Rodolfo Marotta ha detto...

NEl 1968 avevo 12 anni, frequentavo la seconda media in un paese che non fu percorso da quei fremiti. Il pomeriggio guardavo la TV dei Ragazzi in televisione.
Io, invece, non chiedo la tua età perchè a una signora non si chede mai l'età;-)

naima ha detto...

... nel 68, essendo un anno avanti, ero già alle medie e confinavo con il famoso liceo Mamiani (quello frequentato dai "Porci con le Ali") Per cui le molotov del Mamiani facevano cadere i vetri della mia scuoletta.

:))

Rodolfo Marotta ha detto...

Beh! Tu eri nell'onbelico del mondo, io alla fine della terra.E questa è una bella differenza, non credi?