Perle
è qui che incontro l’ultimo Cattivo, il residuo
rosicchio di semenza, l’antenato Attore; dal precipizio
accanto, il suo spettatore lo trattiene
a un fronte candidissimo; dal vano
che cava e spaventa in tanta mediterranea
Evidenza; da dentro questo volo che caverna rotondo,
maniaco; dal ventre che scaraventa;
che mostro Balena l’accolga, l’incaglia;
gli dia un esilio vero, un lungo errore
[La pena dell’attore da Inferno Minore]

Non chiedere parole a me che non ho mai parlato con le parole.
Lungo la strada per Filadelfia ho sparso petali e fiamme.
E nella Grande Mela ho trovato il diavolo e l’angelo.
L’angelo che mi strappò il vestito di luce e fango
quando il sassofono iniziò a scrostare
la mia anima universale
nell’infinita ricerca
lungo le strade offese sotto cieli metropolitani,
nell’abisso indiano e nel sangue d’Africa.
Avete visto il mio viaggio di suoni interminabili
e il lungo cammino di labbra ferite
schiudere attimi di cielo come lampi imprevisti.
In quest’ora terminale di aghi infetti e dimenticati,
il secondo angelo mi accompagna alla stazione.
[Il secondo angelo]

Il mio viaggio in America continua.tranquillo.
Partito dai segreti persiani di Azar Nafisi e perso nella dimensione spaziale di Nabokov, navigo nella storia del suo inizio e nell’inizio della sua storia, grazie a Wu Ming. E non è finita. Amo la musica degli afroamericani ed è ormai un anno abbondante che mi occupo di John Coltrane, le sue storie, il suo contesto e l’immenso contributo che ha dato alla musica del secolo passato. Sono quarant’anni che ci ha lasciati. Ho studiato i suoi spartiti, azzardato la lettura dei suoi esercizi e mi sento un po’ più ricco.
Io che non sono poeta né scrittore ma semplicemente un ferroviere, gli ho dedicato pochi versi ma scritti col cuore e li ho sposati a versi più nobili e salentini. Come dire: un piede fermo a casa e uno oltre l’oceano, negli orizzonti sconfinati spaziali e musicali. So che ho costruito un’iperbole, un azzardo. O forse no. Quando si tratta di creatività, tutte le tessere finiscono, bene o male, per incontrarsi, anche Claudia Ruggeri e John Coltrane.
E così, semino di riferimenti forti il mio cammino nella blogosfera e segno chiaro il percorso.

Bibliografia:
Claudia Ruggeri, Inferno Minore, Pequod 2006
Lewis Porter, Blue Trane, Minimum Fax 2006
Discografia:
John Coltrane, A Love Supreme, Impulse 1964
John Coltrane, Giant Steps, Atlantic 1959
Fotografie:
Alessandro Di Carlo, stramonio, fotoritocco digitale 2005
John Coltrane dal web, sconosciuto
John Coltrane dal web, sconosciuto

9 commenti:
Seguo la strada che tracci, ben delineata e decisa, sorprendente, mai banale. Io che non mi sono mai fatta guidare da nessuno, che ho sempre voluto scegliere da sola tutte le strade, io ti seguo. Ed è bellissimo farsi guidare da qualcuno che è capace di indicarti le strade che immagina. Grazie. Come sempre. E un abbraccio, lungo la strada.
Basta! Sennò mi gaso e mi dissolvo.
;-)
Ciao, cara, sono io che ti ringrazio per i tuoi , ahimè, poco frequenti ritorni.
La modesta poesia, dedicata a John Coltrane, scusate l'ingenuità dei versi, mi è stata ispirata dalla lettura (in corso) del romanzo "New Thing" all'interno del quale la figura di Coltrane aleggia come una sicura onbra spirituale sugli avvenimenti che tracciano la trama.
[Wu Ming 1, New Thing, Einaudi]
Ah, Coltrane [sospiro].
Coltrane...[sospiro]
Hai sempre una scrittura che pare fatta di sabbia e miele.
Ben ritrovato Terra...
el
"...la mia America e la sua diventate nella via la nostra città tanto triste..."
mi hai fatto tornare in mente questo verso di Guccini (Incontro) con questa tua America speciale, magica, antica e sonora.
E' una visione inaspettata, che mi ha sorpresa ed emozionata.
:-*
Guccini mi ricorda anche "fra la via emilia e il west" e pensa che stanotte, verso l'una, transitavo in macchina lungo la via emilia, tra reggio emilia e piacenza e, ti giuro: pensavo a guccini (fra l'altro)
Perchè ero sulla via emilia?
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