L'angelo di pietra leccese
Salve sono tornata: sono malata malata d’amore
[ da Pagine del Travaso]

La conobbi tramite un articolo sull’Espresso di non ricordo quando. Riguardava il “fenomeno”, a loro dire, della poesia salentina, Toma in testa.
Registrai il suo nome ma non mi curai, a dire il vero, di approfondirne la conoscenza, fino a quando non mi capitò di incrociarne nuovamente la strada, attraverso una poesia.
Quanto vorrei essere una lametta
per disegnare
sul tuo stomaco supino
una circonferenza.
Poi alzerei il coperchio
e svellerei
l’estremità inferiore
del tumido intestino.
Piano piano il gomitolo
srotolerei in chilometri
quindi arrivata a Roma
vi salirei in groppa
con la lametta
in mano.
Vorrei saltare i monti
corrodere le strade
volare oceani
a cavalcioni del tuo Intestino
poi arrivare al Polo,
con la punta rossa
del tuo sangue
inciderei anche me.
Dopo un riuscito innesto
gongolante nel taciturno gelo
quanto vorrei
offrire a te lontano
la tua cacata
lucida e ghiacciata.
di quella che usano gli amanti
per annunziare ai tronchi
il loro Amore.
Il “suo” amore, di visceri e sangue, di lacerazione e merda. Quell’ amore che non ha altra strada se non l’annientamento violento e reciproco. Un amore che non è rassicurante e per questo è vero ed è l’unico possibile.

L’amore è l’unico spazio in cui l’individuo può esprimere davvero sé stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata, dall’altro lato, questo spazio, essendo l’unico in cui l’io può dispiegare sé stesso e giocarsi la sua libertà fuori da qualsiasi regola e ordinamento precostituito, è diventato il luogo della radicalizzazione dell’individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, nella relazione, non tanto il rapporto con l’altro quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo, che non trova più espressione in una società tecnicamente organizzata, che declina l’identità di ciascuno di noi nella sua idoneità e funzionalità al sistema di appartenenza [Umberto Galimberti]
L’ambiguità dell’amore, l’impossibilità di trovare una propria identità nella società tecnologica, conduce la poetessa a un nichilistico senso di autodistruzione.
L’ambiguità dell’amore è la stessa ambiguità della vita, dove il bene e il male arrivano a coincidere o a proporsi come versanti di una stessa medaglia.
Ma la poetessa li sa guardare in faccia con chiarezza, per quello che sono, con penetrante sincerità.[1]
Vi canterò la storia
dell’amore arrabbiato
tra due mostri scavato nell’odio;
insieme per anni
come sulle vette più alte
i quasi alberi-quasi cancro
che si contendono
l’estremo tepore di vita
nel sassoso contesto di freddo
per anni si strapparono
la vita di dosso
l’un l’altro
lentamente rito.
Questa tensione alla morte
era un amore. Un amore geniale
Ecco l’amore! Una tensione alla morte, un reciproco strapparsi la vita di dosso. L’amore scavato nell’odio. Bianco e nero, bene e male, opposti indistinguibili, interscambiabili, l’uno è l’altro.
Era la Poetessa. Conosciuta sulle pagine di una rivista. Scomparsa una notte d’autunno del 1996, a 29 anni.

NOTE
[1]Alessandro Canzian, Oppure mi sarei fatta altissima, Ed. Terra d’Ulivi, pag.24
Poesie:
1-Ballata (Claudia Ruggeri)
2-La favola (Claudia Ruggeri)
Bibliografia:
Claudia Ruggeri, Inferno Minore (prefazione di Mario Desiati), PeQuod 2006
Alessandro Canzian, Oppure mi sarei fatta altissima, Ed. Terra d’Ulivi 2007
Mario Desiati, La ragazza dal cappello rosso, in “Nuovi Argomenti” num. 28, ott/dic 2004
Fotografie:
sono tratte dal libro di Alessandro Canzian, Oppure mi sarei fatta altissima.

12 commenti:
E' morto Max Roach, un immenso musicista del XX secolo.
questa è solo l'ennesima prova.
e.
Ci si dilania e ci si lascia sfatti, come stracci bagnati, nell'amore. Meglio un fiume lento, tranquillo, un rapporto come con un fratello (ma dove?).
Baci
ELISABETTA
Ci sei riuscita, alla fine. E sono contento.
A presto
FRANCESCA
L'amore è una guerra inevitabile, un conflitto perenne e crudele al quale non possiamo nè dobbiamo sottrarci. Ci sarà un motivo se nella cultura classica è accostato alla morte, no? E tu sei un'esperta in questo campo (della cultura classica, intendo;-)
Bacio
grazie.
per Salvatore Toma e Claudia Ruggeri letti qui.
paola
ps: no, non con fotoshop.
(anche se raramente collabora anche lui
ho provato si. ma Gimp è meglio.
Gimp. gnu free
ottimo.
http://download.html.it/software/vedi/2040/gimp/
questo credo per windows ma c'è anche per linux.
queste poesie sono di una bellezza inaudita... ciao terra ;-)
PAOLA
Conosco, conosco GIMP. Per uno che usa Linux da ormai 5 anni è il minimo, ti pare?
POLY
Non avevo dubbi sul fatto che ti sarebbero piaciute. A me piacciono le cose che scrivi, anche. Ma non ti suicidare nche tu, ti prego...
Il mio è un blog demerinizzato, per la cronaca
è un bel post.
mi piace il modo in cui leggi le cose.
lisa
Grazie, lisa, detto da te è un complimento specialissimo...
scusa. non sapevo che tu usassi linux e nè gimp. a domanda ho solo risposto. non era mia intenzione - se così è stato - offenderti.
ciao
paola
No, Paola, non mi arrabbo. E perchè dovrei, poi?
Uso indifferentemente linux e windows in dual boot.
Ciao
Davvero un bel post e un bel blog, complimenti, Gulia
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