06 luglio 2007

Max Roach

Sono note le esperienze nel campo della didattica di Max Roach e un’interessante intervista al giornalista Franco Fayenz, risalente a qualche decennio fa, focalizza alcuni aspetti interessanti di questa sua attività, anche per quanto concerne la differenza fra le varie metodologie di apprendimento, legate in gran parte a differenze culturali.
Roach parte da una esperienza personale “sul campo”, un soggiorno in Ghana, per parlare delle analogie, nei metodi di apprendimento, tra quanto avviene in Africa e quanto avviene tra gli afroamericani.

Ho notato che non c’è quasi nessuna differenza fra il modo in cui noi musicisti neri d’America impariamo la musica da chi ci ha preceduto, ad esempio come io l’ho imparata da Sidney Catlett, Chick Webb o Kenny Klarke, e il loro.
Il nostro è un modo sofisticato, ma non è allo stesso livello dell’insegnamento della musica in un conservatorio. Noi impariamo l’uno dall’altro, ascoltando dischi o andando a sentire un concerto. La musica non ci viene trasmessa con un contatto diretto, come avviene in un istituto dove esiste un determinato rapporto tra il professore e l’allievo. L’insegnante prescrive allo studente degli esercizi da fare, gli spiega determinate cose, eccetera. Da noi, invece la musica viene trasmessa da una generazione all’altra mediante l’udito, la vista e le esperienze vissute in quella società chiusa e segregata che è l’America.
[ Jazz & Jazz, 1981]

Più avanti, Roach sostiene qualcosa di difficilmente condivisibile: dice che il jazz è musica afroamericana e, quindi, non eseguibile con buoni risultati da un europeo. Gli europei, a suo avviso, pensano il contrario solo perché sono convinti per presunzione di essere capaci in tutto, ma non è così. Allo stesso modo, un afroamericano non potrà mai eseguire musiche di Mozart o Beethoven.
Forse, fortunatamente, la storia va in direzione contraria ma il problema dell’apprendimento musicale deve essere seriamente considerato come centrale per il raggiungimento di quella magica unione tra culture che prelude alla nascita del musicista totale (giusto per citare Giorgio Gaslini)

Bibliografia:
Franco Fayenz, Jazz & Jazz, Laterza 1981

Discografia:
Vedi


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