29 luglio 2007

Il grande Gatsby

Per favore, aprite il libro a pagina 125. Come ricorderete, Gatsby è andato a trovare per la prima volta Daisy e Tom Buchanan a casa loro. Signor Bahri, potrebbe per favore leggere le righe che cominciano con “Chi ha voglia…”?

“Chi ha voglia di andare in città?” Chiese Daisy con insistenza. Gli occhi di Gatsby la cercarono. “Ah” esclamò lei, “Tu hai un’aria così fresca”.

I loro sguardi s’incontrarono, ed essi si fissarono l’un l’altro, soli nello spazio. Con uno sforzo Daisy abbassò gli occhi sul tavolo.

“Hai sempre un’aria così fresca” ripetè.

Gli aveva detto che lo amava, e Tom Buchanan capì. Attonito, aprì un poco la bocca; guardò Gatsby, e poi di nuovo Daisy, come se ravvisasse allora in lei una persona conosciuta tanto tempo prima.

Fitzgerald vuole farci capire che Daisy ama ancora Gatsby. Ma non può farglielo dire così, semplicemente. Lui vuole portare anche noi in quella stanza. Vediamo come trasforma la scena in un’esperienza quasi concreta per il lettore. Per prima cosa, crea una certa tensione tra Gatsby e Daisy, e poi la complica lasciando che Tom intuisca di colpo, la natura della loro relazione. In un certo senso tutto resta sospeso a mezz’aria. Se Nick avesse semplicemente riferito che Daisy cerca di dire a Gatsby che lo ama, avremmo capito, e sentito, molto meno.
Sì, m’interruppe Farzan, perché Gatsby è innamorato del denaro e non di Daisy. Lei è soltanto un simbolo.
No, lei è soltanto Daisy, e lui la ama. Nell’equazione c’entrano anche i soldi, ma non è tutto lì; e non è nemmeno quello il punto. Fitzgerald non lo dice. Ci fa entrare nella stanza, riproduce l’esperienza sensoriale di quel caldo giorno d’estate di tanti decenni fa, e noi lettori tratteniamo il respiro insieme a Tom, quando ci rendiamo conto di ciò che è appena successo tra Gatsby e Daisy.
Ma che senso ha l’amore in un mondo come il nostro? Domandò una voce dal fondo della stanza.
E quale sarebbe secondo voi il tipo di mondo adatto all’amore? Replicai.
Nyazi alzò la mano di scatto. Ora non abbiamo tempo per l’amore, disse. Almeno per quell’amore. Ci siamo votati ad un altro tipo di amore, più alto, più sacro.
Zarrin si voltò e disse sarcastica: E per quale altro motivo si combatte una
rivoluzione?
Nyazi diventò paonazzo, chinò la testa e dopo una breve pausa prese la penna e cominciò a scrivere furiosamente.
Mentre stavo in quell’aula a parlare del sogno americano, gli altoparlanti sotto la finestra diffondevano canti con un ritornello sempre uguale, Marg bar Amrika!, Morte all’America!. Solo adesso, ripensandoci a distanza di tempo, mi rendo conto di quanto strana fosse quella situazione.
Un romanzo non è un’allegoria, dissi verso la fine della lezione. E’ l’esperienza sensoriale di un altro mondo. Se non entrate in quel mondo, se non trattenete il respiro insieme ai personaggi, se non vi lasciate coinvolgere nel loro destino, non arriverete mai ad identificarvi con loro, non arriverete mai al cuore del libro. E’ così che si legge un romanzo: come se fosse qualcosa da inalare, da tenere nei polmoni. Dunque, cominciate a respirare. Ricordate solo questo. E’ tutto; potete andare.

Discografia:
Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran, Adelphi 2006
Francis Scott Fitzgerald, Il Grande Gatsby, Oscar Mondadori 2001

Fotografie di Mimmo Jodice


7 commenti:

Rodolfo Marotta ha detto...

Mi sono limitato a riportare un brano tratto dal libro di Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran. In queste poche righe ho visto tanta carne al fuoco...

Anonimo ha detto...

Ah eccoti qui! Ben ritrovato!Ora è un po' tardi per i commenti...ripasserò!
Ciao!

Anonimo ha detto...

bell'pezzo.
anch'io per salutarti caramente
e in quanto alla foto della luna
che ti piace, considerala tua.
paola

Anonimo ha detto...

ops. correggo.
bel pezzo.
stamattina non vedo le lettere.
scusa.
paola (cara polvere

Anonimo ha detto...

E finalmente ci sono.
Ti ho scritto una mail.

Rodolfo Marotta ha detto...

Bene, Roberta,
che tu ci sia riuscita è proprio una bella notizia.
All'email ti risponderò presto.
Ciao, Rob

Rodolfo Marotta ha detto...

Alle altre, un saluto affettuoso.
Katherine, ho ricevuto mail ho aperto l'allegato, c'era il nostro logo suzuki ma non ho capito bene...
Paola, sono mancato un paio di giorni. A presto.